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Storia

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La prima attestazione del toponimo vede usare la forma Niela; nei secoli successivi prevale invece la forma Nigella, fino al Settecento quando si stabilizza la forma attuale Niella (Archivio storico diocesano di Alba). Dal XV secolo al più tardi si usa il predicato apud Belbum per distinguerla dall’omonimo (e non lontano) centro situato apud Tanagrum. La prima menzione del centro risale al 1033, nell’atto di fondazione dell’abbazia di S. Maria di Castione, nel Parmense. Il marchese obertengo Adalberto dona infatti i suoi beni situati nel locus et fundus di Niela ai monaci. Pochi anni dopo, nel 1049, questi ultimi hanno già edificato in loco una cella dedicata a S. Benedetto, da cui prende forma, con una processo che le fonti non ci consentono di cogliere se non al suo termine, il villaggio di S. Benedetto Belbo, che all’inizio del XIII secolo appare ormai dotato di una sua precisa identità insediativa, politica e territoriale (grazie alla signoria esercitata dai monaci) rispetto a Niella, rimasta invece sotto il dominio di vari rami della famiglia marchionale aleramica. La presenza patrimoniale monastica si traduce quindi nella creazione di una nuova identità di villaggio, con la creazione di un nuovo territorio, presumibilmente ritagliato da quello, preesistente, di Niella. A parte questo (rilevante) fenomeno, l’assetto insediativo medievale e protomoderno sembra compatto. In epoca post-carolingia Niella è nel territorio del comitato di Alba, a sua volta incluso nella marca arduinica di Torino. Dopo la dissoluzione della marca arduinica alla fine dell’XI secolo, in seguito alla morte della contessa Adelaide, l’area in cui è compresa Niella, dopo un complesso conflitto, viene incorporata negli ampi possedimenti del marchese Bonifacio del Vasto, che assume il controllo di gran parte dell’area meridionale della vecchia marca. Alla morte di Bonifacio, nel 1141, il grande dominato si frantuma tra gli eredi. Niella (insieme a Bossolasco) passa sotto pieno controllo allodiale di Manfredo Lancia nel 1196. Con il collasso della dominazione dei Lancia, al principio XIII secolo, l’area cade probabilmente sotto il controllo di un altro ramo dei discendenti di Bonifacio del Vasto, i del Carretto. È infatti nelle loro mani che troviamo Niella (come pure Bossolasco e Feisoglio) quando nel 1219 i marchesi cedono l’alta sovranità sulla località al comune di Alba, pur mantenendone il controllo diretto. Nel 1268 la zona, nel quadro di una partizione in tre parti del dominio carrettesco tra i figli di Enrico II è compresa nel terziere di Novello, spettante ad Enrico III. In seguito a ulteriori partizioni ereditarie prende forma nel 1324 il marchesato di Bossolasco, il cui nocciolo duro è costituito, oltre che dal centro omonimo, da Niella, Feisoglio, Albaretto (Torre) e S. Benedetto Belbo. Nel 1471 in seguito alla morte dell’ultimo erede maschio, Giovanni Bartolomeo del Carretto, il ramo dei marchesi carretteschi di Bossolasco si estingue. Ereditano il marchesato le famiglie presso cui si erano sposate le quattro figlie del defunto marchese: i S. Giorgio dei conti di Biandrate, i marchesi di Ceva, i del Carretto di Balestrino e Savona, e i Valperga. Il marchesato non viene spartito in unità indipendenti, ma rimane indiviso, in quattro quote parti, gestite in solido dagli eredi, anche se dalla documentazione successiva sembra emergere una predominanza informale dei del Carretto di Balestrino, che controllano il palazzo marchionale di Bossolasco, indiscusso centro del piccolo marchesato. Dopo il 1471, con l’estinzione del ramo carrettesco dei marchesi di Bossolasco, i territori passano al duca di Milano e successivamente con la conquista del Milanese da parte del re di Francia Francesco II, cambia anche la dipendenza feudale; al 1532 risale infatti il giuramento di fedeltà a Francesco II (in qualità di duca di Milano). Ben maggior importanza ha invece la conquista del Milanese da parte degli Asburgo pochissimi anni più tardi. Con il giuramento di fedeltà a Carlo V del 1536, si apre infatti la lunga stagione di Niella come feudo imperiale. Tuttavia Niella (come tutto il marchesato di Bossolasco) appartiene al novero dei feudi imperiali spagnoli; è cioè dipendente non direttamente dalla corte imperiale di Vienna, ma dal governo spagnolo di Milano, come risulta ad esempio dall’investitura del 1601. Con il ritorno del Milanese sotto il dominio degli Asburgo di Vienna diventerà semplicemente un feudo imperiale, fino all’annessione al Regno di Sardegna nel 1735. In epoca napoleonica è incluso nel dipartimento di Montenotte, corrispondente all’incirca all’odierna provincia di Cuneo. Nell’Ottocento, dopo la Restaurazione fa parte della provincia di Alba e, all’interno di quest’ultima, è incluso nella circoscrizione del mandamento di Bossolasco, più ampio dell’omonimo marchesato-mandamento seicentesco. Oltre a Bossolasco, S. Benedetto Belbo, Albaretto Torre e Feisoglio, ne fanno infatti parte anche Serravalle, Somano, Cissone, Arguello e Gorzegno. Nel 1861, nel quadro dei grandi accorpamenti provinciali post-unitari, entra a fare parte della nuova provincia di Cuneo, per quanto la carente documentazione amministrativa locale lasci capire, la conformazione territoriale di Niella rimane stabile nei decenni successivi. Tra il 1928 e il 1946 al comune viene accorpato quasi tutto il territorio di San Benedetto Belbo e alcune parti di quello di Mombarcaro, con un raddoppio della superficie. Nel 1947 vengono ricostituiti i due comuni disciolti e ripristinati i confini precedenti (Archivio storico del comune di Niella Belbo, fald. 27, fasc. 1-2, Carte relative alla ricostituzione dei Comuni di Mombarcaro e San Benedetto Belbo aa. 1947-48).