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Chiesa Parrocchiale

Chiesa Parrocchiale


Primi cenni della parrocchiale ci sono giunti tramite Mons. Vincenzo Marino, vescovo di Alba, che nel 1574 la cita nell’itinerario della visita pastorale. Ma la struttura che oggi possiamo osservare è molto diversa da quella che doveva essere all’epoca dell’edificazione. Infatti la chiesa è stata ristrutturata ad opera del parroco Felice Gallina, intorno al 1864 e proprio nel corso di questa ristrutturazione ha completamente cambiato aspetto: l’impianto originario a croce latina è stato stravolto dall’aggiunta delle navate laterali e la facciata ha cambiato aspetto, presentandosi in forma ottocentesca, con un’impronta classicheggiante che ha contribuito a nascondere le vere origini della struttura, origini che sono state portate alla luce grazie ai recenti restauri. Oggi la facciata è organizzata a doppio ordine di lesene, con timpano triangolare e fiamme piramidali in pietra alla sommità. La parte inferiore è collegata a quella superiore con semplici archi di raccordo. Presenta tre porte di accesso, di cui quella centrale, più ampia, è preceduta da una gradinata in pietra. Il portale principale, inoltre, è ornato con cornici e cartiglio, mentre i portali laterali, di dimensioni più ridotte, sono semplici aperture con sopraluce ad arco. Al centro troviamo, poi, un finestrone ad arco. Sulla destra dell’edificio si erge il campanile, mentre l’abside che oggi ci appare semicircolare, in origine, come si è recentemente appurato, doveva essere quadrato. All’interno della chiesa, nell’area presbiteriale, lungo le pareti che affiancano l’altare, oggi è possibile osservare raffigurazioni murali risalenti al 1400, realizzate ad affresco, che hanno riaperto numerosi interrogativi riguardo alla vera origine della parrocchiale. Queste rappresentazioni sono senza dubbio la cosa più interessante presente all’interno della struttura: nella parte inferiore (il velario) si può osservare un drappo su cui sono dipinti tre corvi e un’iscrizione a caratteri gotici, che riprende un’iconografia frequente nelle cappelle gentilizie. Alzando lo sguardo alla parte superiore dell’affresco, in diverse nicchie simulate attraverso il susseguirsi di archi sostenuti da esili colonnine e impreziositi da fini decorazioni, si riconoscono i diversi apostoli, recanti alcuni dei loro attributi principali, tra le cui figure corrono frasi del Credo. In alto, infine, si possono osservare scene del martirio di san Erasmo, soggetto alquanto raro nelle parrocchiali, più frequente, invece, nelle decorazioni relative alle cappelle nobiliari. Questo ha portato gli studiosi a credere che probabilmente gli affreschi fossero appartenuti ad un’originaria cappella gentilizia, inglobata alla parrocchiale solo in un secondo momento. Un’ulteriore curiosità: durante i restauri sono stati ritrovati mattoni e pietre finemente lavorate, nella parte absidale. Con ogni probabilità sono state utilizzate per definire la struttura semicircolare dell’abside e in passato facevano parte della decorazione di edifici di pregio che si ergevano in questa zona del paese. La lavorazione artistica di queste mattonelle era affidata a maestranze molto abili. Da segnalare all’interno della chiesa, sono anche i vari quadri esposti, alcuni di recente restauro, in particolare quello oggi collocato nella parte absidale, raffigurante San Giorgio che uccide il drago. A destra del presbiterio, inoltre, è presente il pulpito in noce scolpito, mentre in una nicchia è conservata la statua di San Giorgio che viene portata lungo le vie del paese, in processione, ogni anno, in occasione della festa patronale.